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Aiutare gli animali?basta boicottare

 
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Autore Messaggio
Aldeb@ran
Ospite





MessaggioInviato: Dom Gen 04, 2004 1:13 am    Oggetto: Aiutare gli animali?basta boicottare Rispondi citando

La vivisezione è una pratica orrenda e non si discute ma prima di entrare nel merito vorrei precisare che a qualsiasi animale vivente io preferisco la vita di un bambino e consiglierei a tutte le migliaia di famiglie che adottano un cane o animale di fare un serio pensierino sulla possibile adozione di un bambino iracheno (o di altre nazionalita') che ogni giorno vengono depredati delle loro liberta'.

..detto questo....

La vivisezione come tante altre ingiustizie si combattono principalemnte nel negozietto sotto casa o nei vari ipermercati facendo attenzione a cio che mettiamo nel carrello.
Quindi invece di buttare parole sulla gravita' della vivisezione preferisco pubblicare la lista delle aziende che sperimentano su animali.
Siamo obbiettivi ad una azienda non interessa che a te fa schifo la vivisezione e chi la pratica ma provate a dire .."io non compro i vostri prodotti assassini!".
....meditate gente meditate...


chi sperimenta su animali:
Max Factor, Oil of Olaz, Infasil, Camay, Pantene,noxzema,Ariel, Dash, Dora, linea Ace, Lenor, Nelsen, Spic & Span, Viakal, Mastro Lindo, APC, Baleno, Mister verde, Polin, Può, Tide, Tuono, Zest,Tempo, Asciugatutto, Senz'acqua ,Tampax, Douss douss intima, Lines*,Clerasil, Topexan, Keramine H, Demak'up, Napisan, Milton, Infasil, Linea AZ (igiene orale), KukidentUltra Pampers, Linidor,Neoduplamox, Clavucar, Monocid, Carbicalcin, Nabuser, Cacit 100, Didro-Kit, Macrodantin, linea Vicks, Medinait,Caramelle Victors,Laura Biagotti (Roma, Roma Uomo, Sottovoce, Venezia, Venezia Uomo, Venezia Pastello, Laura), Hugo Boss (N.1, Elements, Hugo, Hugo Woman), Giorgio Beverly Hills (Giorgio, Wings, Wings for Men, Red, Red for Men)



prodotti che non sperimentano su animali:
Cosmetici e prodotti per l'igiene personale: Almacabio-Hedera Natur; Argiletz; Argital; Barry M; Bioforce; Biokosma; The Body Shop; Borlind of Germany; Cibe; D'Aymons; Dermotricos; Elizabeth van Buren Aromatherapy; Flora-Primavera; Helan; Honesty Cosmetics; Jardin de Paradis; Lakshmi; L'Erbolario; Lepo Line; Linea Progetto Gaia; Montagne Jeunesse; Naturade; Nectar Beauty Shop; Pedrini; Pure Plant; Rebis; W Urlich; Weleda.
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ursuland
Ospite





MessaggioInviato: Mer Gen 14, 2004 10:33 am    Oggetto: boicottare i prodotti testati Rispondi citando

ho letto il post di Aldeb@ran, finalmente qualcuno ben informato. Io boicotto da parecchio tempo uso tutti prodotti non testati su animali, dal sapone, ai trucchi, al detersivo per la lavatrive e per le stoviglie. Non è difficile trovarli, basta guardare sull'etichetta c'è un coniglio nero o cìè la dicitura non testato su animali.
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ursuland
Ospite





MessaggioInviato: Mer Gen 14, 2004 10:39 am    Oggetto: cosmetici non testati chiarimenti Rispondi citando

http://www.righi.com/ENPA/lettcos.htm

cosmetici non testati


Un lettore mi scrive dicendo che devo stare attento a quello che scrivono le associazioni sul Notiziario; la LEAR infatti aveva pubblicizzato un negozio in cui venivano venduti prodotti la cui formulazione finale non era stata testata su animali.
Sarebbe una bella presa in giro, scrive indignato, se si trattasse solo della formulazione finale.
A me sono cascate le braccia, perché speravo che si sapesse quanto - molto correttamente - la LEAR comunicava ai sui soci.

E allora devo scrivere a beneficio dei lettori queste righe:

Devo premettere che l'industria chimico - farmaceutica ha sempre difeso la sperimentazione animale su questi prodotti dichiarandola necessaria per la salute del consumatore; ogni cedimento o dubbio sulla necessarietà della sperimentazione animale viene infatti considerato estremamente pericoloso per i riflessi che potrebbe avere sul settore farmaceutico. Quando un cosmetico viene pubblicizzato con la dicitura " non testato su animali " viene dato un colpo all'impianto vivisettorio e ciò è un elemento positivo.

La dicitura " non testato su animali " è tuttavia ambigua; essa infatti si riferisce sola alla formulazione finale, non ai suoi ingredienti; si dovrebbe quindi dichiarare " formulazione non testata su animali ".
Inoltre il cosmetico non testato può contenere materie prime derivanti dall'uccisione di animali, come, per fare un esempio, l'olio di visone o il collagene. Bisogna quindi controllare anche questo elemento.
Il termine " cruelty - free " ingenera ancora più confusione. Esso significa letteralmente libero da crudeltà e quindi dovrebbe significare che:

- il prodotto non contiene sostanze che derivano dall'uccisione di animali.
- la formulazione finale non è sperimentata su animali.
- i prodotti che la compongono non sono mai stati testati su animali.
I punti uno e due sono facilmente attuabili, il punto tre no. Vediamo perché.
Dal 1976 è necessario eseguire dei test tossicologici sulle nuove materie prime da utilizzare nella cosmesi. E' quanto dispone la direttiva CEE 76/768 del settembre 1976. Essa stabiliva anche una lista di sostanze che, per la loro presenza da lungo tempo sul mercato o per essere già state sottoposte a sperimentazione non dovevano essere soggette nuovamente a sperimentazione. Questo non vuol dire che non siano mai state soggette a sperimentazione o che dei grossi produttori non le abbiano sottoposte a sperimentazione per avere una scheda tossicologica da utilizzare in caso di controversie. Non solo, ma i prodotti di origine chimica ( ad esempio gli oli minerali ) derivano da processi che possono causare gravi danni all'ambiente e quindi agli animali ( pensiamo ad esempio ad una petroliera che naufraga ed a tutti gli animali marini che muoiono ). Il termine " cruelty - free " è quindi sostanzialmente inadeguato e fuorviante.

Molto più corretto sarebbe il termine " testing stop ", con il significato di " prodotto che blocca la sperimentazione ai fini cosmetici ". Attualmente infatti i produttori di materie prime cosmetiche si lanciano in una continua ricerca di nuovi ingredienti, sempre più specifici; per poterli commercializzare però devono prima essere testati su animali.
E' chiaro che anche se il cosmetico finale non sarà testato, i suoi nuovi ingredienti si; pertanto i cosmetici non testati con le nuove materie prime non hanno fermato i test su animali: hanno solo evitato la fase finale!
Questo, ribadisco, è già molto, perché dimostra che dei test sperimentali su animali si può fare a meno, intaccando così il mito della sperimentazione animale necessaria, ma capirete che non si tratta certo del fantasioso " cruelty - free " e neanche del più concreto " testing stop ". " Cruelty - free " sono in pratica solo i cosmetici " fatti in casa ", ad esempio un decotto di ortica contro la forfora o delle fette di cetriolo per la pelle.



Le posizioni attuali sugli ingredienti


Come si comportano i produttori di cosmetici a formulazione finale non testata su animali per scegliere gli ingredienti dei loro cosmetici ? Ci sono tre sistemi :

1 - sistema aperto libero. Si prende tutto quello che arriva sul mercato, senza tante storie.
2 - sistemi aperti con " quarantena ". Significa che le materie prime, prima di essere utilizzate, devono essere sul mercato da un periodo variabile di tempo. In questo modo si dovrebbe scoraggiare indirettamente la ricerca, perché i produttori sanno che non potranno collocare subito il loro prodotto.
3 - sistema chiuso : significa che vengono utilizzate solo materie prime di una lista predeterminata.

Il primo sistema non frena minimamente i test su animali; i produttori possono andare avanti indisturbati nelle loro ricerche: sanno che il prodotto, se commercialmente valido, verrà acquistato senza difficoltà.
Il secondo sistema, utilizzato ad esempio dalla notissima casa BODY SHOP, avrebbe un certo effetto se fosse seguito dalla stragrande maggioranza delle casa cosmetiche; se infatti i produttori sapessero che per vari anni non avrebbero un mercato per il loro prodotto cercherebbero di ottenere l'abolizione dell'obbligatorietà dei test. Attualmente però il sistema è forse addirittura controproducente, in quanto i nuovi prodotti vengono comunque assorbiti dal mercato ed i produttori sanno che dopo alcuni anni esso si allargherà ulteriormente.
Il terzo sistema è l'unico in grado di scoraggiare realmente gli esperimenti. I produttori sanno infatti che fino a quando dovranno sperimentare sugli animali i loro prodotti, essi non potranno venderli a certe aziende. Tanto più saranno queste aziende, tanto più i produttori saranno stimolati a far modificare la legislazione in senso antivivisettorio, per avere maggiori mercati.
Questo terzo sistema raggiunge il suo scopo solo se la lista dei prodotti è rigidamente chiusa ed ha un preciso criterio di riferimento. La più famosa di queste liste è la " lista positiva " dei prodotti da non testare più che accompagnava la direttiva CEE del 1976; essa è adottata ( depurandola naturalmente dai prodotti che possono derivare dalla morte di animali ) da alcune ditte: Beauty Without Cruelty, Montagne Jeunesse, Honesty, Pure plant.
Purtroppo attualmente solo la Beauty Without Cruelty è attiva in Italia ed è l'unica che potrebbe dichiarare di essere TESTING STOP. Per questo ogni tanto trovate il suo catalogo nel Notiziario.
Alcune altre ditte stanno cercando di adeguarsi, con difficoltà, per le loro dimensioni ridotte.Ve le comunicherò periodicamente

Fonte : Notiziario Animalista a cura del direttocomposiredattimpaginadattilografacchino Roberto Tomasi.






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Ursuland
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MessaggioInviato: Mer Gen 14, 2004 10:43 am    Oggetto: Glossario sui test di tossicità Rispondi citando

Glossario:

LD50: test di tossicità di una sostanza chimica consistente nel somministrare la sostanza in dosi crescenti a gruppi di animali fino a stabilire la quantità sufficiente per uccidere la metà degli animali cui è stata somministrata. Può essere usato per la valutazione della tossicità acuta ma anche a lungo termine.

Draize Test oculare: metodo di valutazione della capacità di una sostanza di irritare i tessuti dell'occhio umano, consistente nell'instillare la sostanza negli occhi dei conigli albini per poi esaminare a distanza di vari giorni i danni che essa provoca ai tessuti dell'occhio.

Draize Test cutaneo: metodo di valutazione della capacità di una sostanza di irritare la cute umana, consistente nell'applicare la sostanza in esame sulla pelle depilata ed abrasa di animali (in genere conigli o cavie) per poi valutare a distanza di tempo l'irritazione provocata.

Test di fototossicità: test finalizzato a valutare la reazione all'esposizione alla luce visibile o UVA della cute degli animali quando ad essa è applicato il cosmetico in esame. In genere vengono utilizzati conigli, cavie, ratti o topi.

Test di cancerogenicità: test finalizzato a stabilire se una sostanza è o meno cancerogena. Generalmente vengono usati roditori ai quali viene fatta ingerire o inalare la sostanza per un periodo anche di diversi anni. In seguito gli animali vengono uccisi e sottoposti ad autopsia per stabilire la presenza di eventuali tumori nei loro tessuti.
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Ursuland
Ospite





MessaggioInviato: Mer Gen 14, 2004 10:46 am    Oggetto: un nuovo metodo che non coinvolge gli animali... Rispondi citando

Un’équipe del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Modena e Reggio Emilia, guidata dal prof. Paolo Rossigni, ha individuato un nuovo metodo, che non fa ricorso alla sperimentazione animale, per individuare le biotossine responsabili di intossicazioni in esseri umani che abbiano ingerito molluschi o pesci. L’équipe ha infatti messo a punto una procedura biochimica, applicata a cellule in coltura, che non richiede l’utilizzo di cavie da laboratorio.

L’intossicazione di esseri umani causata dall’ingestione di molluschi o pesci è un fenomeno ancora molto frequente, per la cui prevenzione viene effettuato un monitoraggio costante di molluschi e pesci portatori delle biotossine contaminanti. Per questa procedura, le attuali normative prevedono l’impiego di animali vivi, di solito piccoli topi, ai quali viene somministrato un estratto grezzo del materiale che si vuole valutare: “Questo metodo pone problemi di ordine etico, per il sacrificio degli animali, e di merito, per l’imprecisione e la carenza di specificità del saggio”, ha commentato il Prof. Gian Paolo Rossigni.

Il nuovo metodo, invece, oltre ad evitare inutili sofferenze agli animali, permetterà di monitorare la biotossicità in maniera più semplice ed economica, garantendo una maggiore attendibilità scientifica: “Col nuovo metodo, oltre ad evitare l’utilizzo degli animali vivi, si definisce una correlazione fra parametri misurati e tipologia delle iossine contaminanti. Inoltre, si possono individuare le contaminazioni con l’analisi di un singolo campione”.

Considerando che ogni anno nel mondo si eseguono dosaggi di tossine su almeno 30mila campioni, con un costo di vite di animali incommensurabile, la LAV esprime soddisfazione per la scoperta, auspicando l’apertura della ricerca ai metodi alternativi. A conoscenza della LAV, infine, già da alcuni anni e con gli auspici dell'Istituto Superiore di Sanità, è in uso un altro metodo senza l’uccisione di animali che però, stranamente, non è stato riconosciuto ufficialmente ai sensi del Decreto Legislativo 116 del 1992.
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