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animalismo e umanità

 
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Autore Messaggio
Ursuland
Ospite





MessaggioInviato: Lun Dic 08, 2003 4:17 pm    Oggetto: animalismo e umanità Rispondi citando

Very Happy Ciao a tutti, mi chiamo Ursula e vivo a porto Ercole da 15 anni. Adoro questo paese e lo amo molto. Volevo conoscere e poter parlare con qualcuno di Porto Ercole degli animali e di animalismo. Innanzi tutto volevo farvi sapere che io sono animalista e vegetariana da parecchi anni e mi batto per la salvaguardia e i diritti degli animali. Tante persone che ho incontrato mi hanno chiesto perchè non mi interesso dei problemi umani con tutto quello che c'è bisogno nel volontariato per esempio!! Bhe la mia risposta è semplice: Ci sono molte persone che si adoperano nel fare volontariato, ce ne sono poche invece che si occupano dei diritti degli animali. Io sono una di loro. Fin da piccola manifestavo questi bisogni, e questa sensibilità, da grande ho capito che dovevo fare qualcosa per loro. Così ora lavoro molto con internet e partecipo alle proteste in rete, faccio del volontariato in un canile ed a due progetti importanti che ora vi spiego:la prima e una presentazione con Power Point sul rispetto degli animali e la loro conoscoscenza attraverso immagini gif animate, disegni, fotografie divertenti, storie vere, per i bambini delle scuole elementari di Crema. Il progetto è iniziato l'anno scorso ha avuto molto successo e quest'anno lo vogliono ripetere, mi è stato chiesto dagli animalisti del Gruppo Bairo che è il sito di mio riferimento principale (www.bairo.biz) di aiutarli a fare qualcosa ed ora spedirò il dischetto con tutto il lavoro, mi sembra molto carino. Tra l'altro mi piacerebbe tanto poterlo fare anche qua l'anno prossimo, vedremo. L'altro lavoro invece è molto importante per gli esperti antivivisezionisti perchè ho scoperto un sito americano che loro non conoscevano, che vende modelli di simulazione, rappresentano il corpo umano, le ossa, apparecchi di laparoscopia, tessuti sintetici e molte alte cose ancora, veramente tante, che vendono agli studenti di medicina, per non usare animali quali :gatti, maiali, cani conigli e topi, che dovrebbbero altrimenti venire sacrificati. Stò traducendo tutto e facendo piano piano una presentazione, poi forse la metteranno sul sito novivisezione.org. Mi occupo molto di vivisezione e devo dire ho molto materiale interessante a disposizione per far capire alla gente il pericolo in cui andiamo incontro se continuano a sperimentare sugli animali medicinali che dobbiamo infine usare noi!!! Vi sembrerà strano ma dietro a tutto questo ci sono i grossi interessi delle case farmaceutiche e gli interessi economici degli scienziati che alla fine di un esperimento magari riuscito su un cane o un topo possono pubblicare il tutto su una rivista scientifica di spicco e guadagnare prestigio e borse di studio, resta però incompiuto il risultato finale: la prova sull'uomo, ma intanto basta quella sugli animali come prova di efficacia, e la legge stà dallla loro parte, escono sul mercato i medicinali, chiaramente con una sfilza di effetti collaterali, (non a caso) e si possono assumere proprio per l'effetto positivo che hanno avuto sulla cavia da esperimento, e probabili buoni risultati per curare un determinato sintomo dell'uomo, dico PROBABILI!!. Voi sapete che le prime cavie umane sono i ricoverati negli ospedali, i carcerati e la popolazione dei paesei poveri? Allora cosa serve esperimentare prima sacrificando milioni di esseri innocenti solo per scrivere articoli scientifici sulle riviste specializzate??? Non voglio annoiarvi ma vi riporto un articolo molto interessante poi valutate voi. Ricordatevi una cosa: la nostra società è fatta così, andiamo dal dottore per un malesere e lui ci prescrive un farmaco per curarlo, noi abbiamo fiducia in lui e lo prendiamo, potevamo farne a meno sicuramente, c'è una percentuale di effetto placebo sulla guarigione, una percentuale di anticorpi naturali e una di processo chimico del medicinale, che comunque andrà ad agire su altri organi del nostro corpo intossicandoli per una minima parte.
Un articolo di MARCO MAMONE CAPRIA (l'articolo èmolto lungo io l'ho tagliando estrapolando solo l'argomento che interessa a noi: la sperimentazione animale)
ciao Ursula da Porto Ercole


La pseudoscienza della sperimentazione animale

Se si studiano in maniera più ravvicinata i casi che abbiamo discusso, si scopre una caratteristica che tutti condividono, e che riguarda direttamente la ricerca scientifica da vicino, piuttosto che il coinvolgimento con l’industria e/o l’esercito di diversi ‘autorevoli’ scienziati.La caratteristica è che in tutti questi casi il riconoscimento della tossicità o cancerogenicità di una sostanza o agente è stato ritardato, confuso o altrimenti impedito da un mito metodologico: quello della sperimentazione animale come dimostrazione scientifica.L’idea che un effetto non riprodotto su animali non potesse essere considerato accertato, nonostante gli studi epidemiologici e le indagini cliniche, è stata la principale arma dell’industria per evitare che si lanciasse l’allarme sulle sue produzioni e sui suoi prodotti.Per esempio, quando Pier Luigi Viola della Solvay di Rosignano rende noti al congresso di Houston i suoi risultati, egli precisa "Non si possono estrapolare dal modello sperimentale all’uomo implicazioni riguardanti la patologia umana". Sentiamo poi Maltoni: Nel 1970 il prof. Viola riferisce per la prima volta che il cloruro di vinile produce nel ratto un tumore, raro negli animali non trattati, e cioè il carcinoma di una ghiandola sebacea localizzata nel condotto uditivo esterno (ghiandola di Zymbal). Col mega progetto iniziato nel 1971 e che comprenderà circa 7000 animali, nel Centro di ricerca sul cancro di Bentivoglio, diretto dal professor Maltoni, viene dimostrato in maniera inconfutabile che il cloruro di vinile è un agente cancerogeno forte e multipotente, cioè capace di provocare tumori in vari organi e tessuti, sia quando inalato, sia quando somministrato per via orale [...] [p. 5 in realtà, ciò che questi studi – che peraltro i ‘coraggiosi’ studiosi in questione si guardarono bene dal pubblicizzare tra i diretti interessati – riuscirono a fare fu di permettere che si ignorassero le evidenze epidemiologiche che avevano stabilito, già all’inizio degli anni Sessanta, la cancerogenicità sugli umani. Analogamente, a permettere che si ridicolizzassero i risultati della Stewart furono le radiografie su animali gravidi, le quali non producevano i tumori nei feti che ‘avrebbero dovuto’ (?) esserci.Quanto ai campi elettromagnetici a bassa frequenza, anche la IARC giudica l'evidenza di cancerogenicità sugli animali come "inadeguata", il che significa semplicemente che gli esperimenti sugli animali intesi a produrre tumori per mezzo dell'esposizione a campi elettromagnetici ELF sono stati, nel complesso, un fallimento (l'ennesimo da aggiungere a una lunga lista). È importante notare che le riserve della IARC nell'inserire nel suo gruppo 2B - invece che 2A - i campi magnetici ELF si fondano in buona misura proprio sull'adozione della sperimentazione animale come criterio; nel "Preambolo" (cap. 12) alla serie di monografie leggiamo infatti: Gruppo 2B: L'agente (mistura) è un possibile cancerogeno per gli umani. La circostanza dell'esposizione comporta esposizioni che sono possibili cancerogeni per gli umani. Questa categoria è usata per agenti, misture e circostanze di esposizione per cui c'è una evidenza limitata di cancerogenicità negli umani, e una meno che sufficiente evidenza di cancerogenicità negli animali da esperimento. Invece il gruppo 2A, quello dei "probabili cancerogeni", richiede, tranne che "eccezionalmente", che alla "limitata" o anche "inadeguata" evidenza negli umani si accompagni una "sufficiente" evidenza negli animali. Con queste definizioni è possibile, come è ormai ben noto, protrarre indefinitamente gli studi sugli animali finché le prove del danno sugli uomini non avranno raggiunto, per quantità e gravità, un livello tale da non poter più essere sottovalutate; a questo punto, emergeranno anche risultati sugli animali, peraltro imprevedibili prima che si sapesse il risultato da ottenere. Ecco per esempio cosa scriveva un'importante autorità medica alcuni decenni fa, quando c'erano ancora diversi scettici che asserivano che gli esperimenti di inalazione sugli animali - tutti falliti - rendevano dubbia la cancerogenicità del fumo di tabacco nell'uomo: in considerazione dei pochi esperimenti di inalazione che sono stati portati avanti abbastanza a lungo da dimostrare una qualsiasi influenza cancerogena che il fumo possa avere, sarebbe stato uno stupefacente colpo di fortuna [astonishingly fortuitous] se proprio la tecnica giusta fosse stata usata nell'applicare fumo di tabacco proprio nella giusta quantità, proprio durante il giusto intervallo di tempo e proprio sul tessuto giusto di proprio l'animale giusto. [...] I problemi di produrre il cancro nel laboratorio di ricerca sono estremamente complessi e lungi dall'essere ancora compresi. Ciò che causa cancro in una specie non necessariamente lo causerà in un'altra. Ciò che causa cancro in un tessuto di un animale non necessariamente lo causerà in un altro tessuto dello stesso animale. È quindi concepibile che se il fumo di tabacco contiene davvero un agente che causa cancro nei polmoni di esseri umani, può non avere questo effetto nei polmoni o in qualsivoglia altro organo di un topo, o di una cavia, o di un cane. [Cameron 1956) Per lo stato dell'arte attuale nel caso del fumo si può consultare la voce "Tobacco Smoke" nel repertorio della IARC: sono registrati risultati positivi su criceti e ratti, leggermente positivi ma incoerenti sui topi, e si accenna a dati "insufficienti per la valutazione" a proposito dei cani. Questo dopo settant'anni di esperimenti sugli animali e con tutte le possibili varianti sopra indicate!Insomma, è chiaro che il perdurare di questa metodologia arbitraria e fallace va spiegato principalmente mediante l’opportunità che essa fornisce di ‘provare’ qualsiasi cosa (su ordinazione, per così dire). Il che permette di riconoscerla chiaramente come una pratica pseudoscientifica.
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