Gli
ascari di guardia sulla spiaggia accompagnarono immediatamente i tre dal
comandante della stazione di vedetta Tenente di fanteria Currelli, il
quale dette subito disposizioni per inviare fonogrammi al comando Massaua,
nel frattempo fece dare le prime cure a tre disperati che versavano in
condizioni penose, seminudi, ustionati, febbricitanti sfiniti e feriti.
Mi mostrò le mani dicendo "Avevo le mani coperte di piaghe e ancora
oggi ne porto i segni". I fonogrammi inviati cominciarono subito a
smuovere il meccanismo militare dei soccorsi. Un S 81 decollò subito per
individuare i naufraghi a Musa Kebir e lanciare viveri e un messaggio, un
altro aereo venne a prendere Sandroni, Torchia e Paolo Costagliola che
dopo aver bevuto e mangiato frutta sciroppata si imbarcarono per il
comando di Massaua, alle 11 del 22
Giugno un auto
dall'aeroporto li porta all'infermeria della marina dove passeranno una
lunga degenza, il 22 Giugno alle ore 12,45 il Sommergibile Guglielmotti
era arrivato a Musa Kebir e tratto in salvo tutti i naufraghi, tutti meno
uno, il sottocapo silurista Carlo Acefalo, che purtroppo morì di stenti, e
fu sepolto su quell'isola dove ancora oggi giace sotto la sabbia ......e
qui capii quel segno di stizza che aveva avuto prima Paolo, come se per
assurdo si rimproverasse di non aver remato abbastanza in fretta
Un
illustrazione dell'epoca che ritrae il Guglielmotti durante il salvataggio
dei naufraghi

pagina
predente - prossima pagina
|