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Creato domenica 20 maggio 2001 18.24



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Un isola di nome "Barr Musa kebir"

Gli ascari di guardia sulla spiaggia accompagnarono immediatamente i tre dal comandante della stazione di vedetta Tenente di fanteria Currelli, il quale dette subito disposizioni per inviare fonogrammi al comando Massaua, nel frattempo fece dare le prime cure a tre disperati che versavano in condizioni penose, seminudi, ustionati, febbricitanti sfiniti e feriti.
Mi mostrò le mani dicendo "Avevo le mani coperte di piaghe e ancora oggi ne porto i segni". I fonogrammi inviati cominciarono subito a smuovere il meccanismo militare dei soccorsi. Un S 81 decollò subito per individuare i naufraghi a Musa Kebir e lanciare viveri e un messaggio, un altro aereo venne a prendere Sandroni, Torchia e Paolo Costagliola che dopo aver bevuto e mangiato frutta sciroppata si imbarcarono per il comando di Massaua, alle 11 del
22 Giugno un auto dall'aeroporto li porta all'infermeria della marina dove passeranno una lunga degenza, il 22 Giugno alle ore 12,45 il Sommergibile Guglielmotti era arrivato a Musa Kebir e tratto in salvo tutti i naufraghi, tutti meno uno, il sottocapo silurista Carlo Acefalo, che purtroppo morì di stenti, e fu sepolto su quell'isola dove ancora oggi giace sotto la sabbia ......e qui capii quel segno di stizza che aveva avuto prima Paolo, come se per assurdo si rimproverasse di non aver remato abbastanza in fretta
Un illustrazione dell'epoca che ritrae il Guglielmotti durante il salvataggio dei naufraghi

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