Dopo la
vicenda del Macallè Paolo Costagliola fece ancora parlare di sé durante
una seconda avventura che lo vide protagonista di un altro atto eroico.
Nel marzo 1941 i sommergibili di stanza a Massaua ricevono l'ordine di
portarsi a Bordeaux, facendo l'intero periplo del continente africano, per
un totale di circa 14.000 miglia e 80 giorni di navigazione, ma il tempo e
la distanza non furono gli unici nemici di questo viaggio, senza escludere
la presenza del nemico che praticamente dimezzò l'intera flotta di
sommergibili diretti a Bordeaux, il mare infuriato dell'Atlantico mise
anch'esso a dura prova uomini e mezzi.
Costretti per vari motivi, non escluso anche il rischio della
intossicazione da metile, a navigare in superficie, il viaggio del
Guglielmotti non fu facile, le onde oceaniche cominciarono a danneggiare
il sommergibile.
Un onda in particolare compromise seriamente l'antenna, rendendo
inutilizzabile il sistema di comunicazioni di bordo, fu cosi che con mare
forza 8/9, Costagliola e il nostromo del Guglielmotti si offrirono
volontari per andare a riparare l'antenna fuori bordo.
Tendendosi per la battagliola e ad ogni appiglio possibile i due uscirono
dalla torretta e armati di un paio di pinze e di un cacciavite si
diressero verso la parte poppiera per riparare il danno. Non è difficile
immaginare la difficoltà dell'impresa, alle volte ci fanno impressione i
marosi di forza 6 figuriamoci quelli atlantici di forza 8 e su una
imbarcazione che ha la coperta quasi a pelo d'acqua. Questo episodio valse
a Paolo Costagliola una seconda medaglia di bronzo al valor militare e una
croce di guerra.
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